L’ARCHIVIO DELLE ANIME. AMLETO
con Massimiliano Donato
Trailer
una creazione di Massimiliano Donato e Naira Gonzalez |
collaborazione all’allestimento Raffaele Echelli | collaborazione alla drammaturgia David Anzalone |
ricerca musicale Barnaba Ponchielli |
elaborazione burattini Edgar Gonzalez | costumi Manuela Marti | disegno luci Alessandro Scarpa |
assistenza tecnica Emiliano De Pol | produzione Centro Teatrale Umbro.
“Che meraviglia! Uno di quei rari spettacoli di suprema bellezza e intelligenza a tutti i livelli, per la drammaturgia, lo straordinario talento dell’attore, l’estrema cura in ogni passaggio, che pare riescano a dare nuova intensità, brillantezza, alla vita….
Uno spettacolo che, sciolto, vertiginoso, pieno di ritmo, meriterebbe profonde analisi per la definizione dei personaggi, le relazioni tra loro, la scomposizione del testo, il gioco degli incastri e dei ritorni, l’uso dei materiali scenici (anche marionette, fantocci, burattini), il raffinato meccanismo metateatrale, i continui, misurati, mutamenti di stile, comico e tragico, di alta commozione drammatica e scoppiettante ironia, scorrendo rapido dai toni buffi, grotteschi, a un’intensa malinconia vicina al pianto, tra strabilianti piroette espressive, formali, e ammiccamenti al pubblico, lasciando emergere qua e là, con gioia beffarda, riflessioni universali (su dio, la famiglia, la morte), facendo nascere risate improvvise e silenzi d’ascolto commosso.
Struggente la scena del più famoso dei monologhi, con Massimiliano Donato che sorregge teneramente la mano di un malinconico, romantico Amleto in miniatura, che intanto tiene a sua volta un minuscolo teschio… Ma è questo solo uno degli innumerevoli passaggi indimenticabili di uno spettacolo denso, colto, straripante, travolgente.”
Valeria Ottolenghi_Prime del Teatro
“…Un Amleto che non è un Amleto eppure lo è. Una ricerca innovativa e sperimentale per un dramma che riesce ancora a stupire e incantare. Quasi novanta minuti sul filo dell’emozione, ipnotizzati dall’interpretazione frenetica e lisergica di un grande artista che solo sul palcoscenico da vita a uno spettacolo imprevedibile e in continua metamorfosi….”
Micol Lorenzato_ NonSoloCinerma
Quando della morte rimane solo il silenzio e l’odore, quando i personaggi hanno compiuto il loro tragico destino, quando il pubblico ha consumato il suo pasto e sazio dell’eroe che pensa ha lasciato il teatro per rientrare nella sua quotidianità lasciandosi alle spalle l’artificiosa morte, chi si occupa di seppellire i sogni perché il giorno dopo rifioriscano?
E’ davanti ad una platea vuota che prende forma la figura della nostra riscrittura scenica, quella del becchino.
Celebrerà lui questo dramma intessuto di domande e di dubbi, di risposte contraddittorie, di lacune che ha un’unica certezza: la morte. Quella dei personaggi ma forse anche quella degli uomini condannati a rivivere sempre uguale il loro destino, presentandoci quel pensiero sincero e crudo che cerca il senso dell’esistenza… ma pensare è un’audacia, un privilegio riservato a Dio soltanto, i cuori degli uomini sussultano s’agghiacciano e spaccano.
A questa tragedia del disincanto non c’è cura o soluzione se non quella per il becchino di vivere in un cimitero fatto di trucchi e artifici in cui forse è ancora possibile lasciarsi incantare. Forse. |